Piero Gaffuri. Korallo

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Si ispira alla tragedia dei Desaparecidos argentini “Korallo” (Editori Internazionali Riuniti, pp.153, 12 euro), il nuovo romanzo di Piero Gaffuri. Al centro della narrazione il dramma personale di GiulioWeber, professore di liceo in un piccolo paese tra le montagne dell’Appennino centrale, che nasconde il doloroso segreto di un amore perduto, Olga, scomparsa per sempre in un’alba di un’estate argentina, come decine di migliaia di suoi giovani connazionali.

Il ricordo e lo schiacciante senso di colpa riaffiorano dopo vent’anni, portandolo a svelare la sua tragedia personale, aiutato dalla moglie, gli amici e dal nuovo parroco del paese. Uno snodo fondamentale del racconto quasi catartico: il dolore si stempererà attraverso il calore della comunità in un passaggio hegeliano dall’ “in sé” al “per sé”, dalla sfera individuale a quella collettiva, riaprendo un percorso che sembrava definitivamente chiuso e facendo inaspettatamente ritrovare quel fiore di corallo che anni addietro aveva suggellato un amore.

Il romanzo “Korallo” conferma l’eclettismo di Gaffuri, autore capace di coniugare letteratura e temi di interesse sociale in un connubio che sfocia in una scrittura armoniosa e allo stesso tempo forte, dove la potenza della vicenda individuale è rafforzata dalle circostanze storiche da cui è scaturita.

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Non a caso il personaggio di Olga, l’amata a cui il giovane Giulio aveva regalato una rosa di corallo, è liberamente ispirato alla storia di Monica Maria Candelaria Mignone (figlia del cattolico progressista argentino Emilio F. Mignone, fondatore del Centro de Estudios Legales y Sociales) desaparecida il 14 maggio 1976 a soli 24 anni, il cui ‘crimine’ è stato quello di insegnare nella baraccopoli argentine, dove vivevano migliaia di famiglie in condizioni precarie.

La stessa catarsi del passaggio dalla tragedia individuale all’atto di coraggio della denuncia attraverso la collettività (il ‘per sé’) si rifà alle Madri di Plaza de Mayo, che sono scese in piazza con i loro fazzoletti bianchi sfidando l’autorità e rendendo nota la vicenda dei figli desaparecidos.

Un romanzo intenso che parla di un’assenza quasi incomunicabile, di segni perduti e dolorosamente ritrovati. Piero Gaffuri ha pubblicato tre romanzi presso la casa editrice Marsilio: Apnea (1999), Il corsaro (2002), Il sorriso del vento (2006). A essi vanno aggiunti la piéce teatrale Il mare racconta (2007) e la raccolta di poesie Una nave impazzita (Il foglio letterario, 2009). Nel 2011 e nel 2013 escono per Lupetti i saggi Web Land. Dalla televisione alla metarealtà e Blog Notes. Guida ibrida al passato presente.

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Piero Gaffuri. Blog Notes, guida ibrida al passato presente

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Adesso è in libreria e disponibile anche sui principali portali on line, si intitola Blog Notes, guida ibrida al passato presente, e raccoglie i migliori post pubblicati negli ultimi due anni sulle pagine virtuali di questo blog, il blog Themadjack, non tutti ovviamente e tanto meno quelli che verranno.

Perché Blog Notes è un’istantanea di un processo in divenire con un obiettivo principale: mettere in risalto persone, autori che hanno cercato di innovare il loro mondo e fissare, attraverso un disegno collettivo, gli elementi più rilevanti dei percorsi creativi.

Semplicemente una raccolta di riflessioni e pensieri dedicati al recente passato e alla contemporaneità con un filo conduttore: la rete, Internet e, quindi, con al centro le grandi potenzialità della comunicazione elettronica.

Internet è un universo che inaugura una nuova dimensione spazio temporale, infatti in rete non vi sono limiti di tempo e spazio, di conseguenza anche la scrittura e le immagini trovano accoglienza in un innovativo spazio letterario multimediale ove si modificano le tradizionali forme di espressione, le condizioni di fruizione e si affermano nuove modalità di partecipazione del pubblico.

Storie di rilevanza creativa nei campi delle arti: colori, musica, poesia, racconto, immagini, categorie che includono le esperienze di alcuni grandi protagonisti della cultura attuale e del Novecento capaci di leggere in anticipo i caratteri del futuro proponendo, nel contempo, un’offerta creativa lungimirante e attuale.

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La necessità di usare la rete come strumento di comunicazione per diffondere e condividere percorsi di produzione culturale di qualità, ma anche per garantire la trasmissione della memoria, è la nota di fondo di un lavoro che nasce dalla rete traendo spunto dal blog Themadjack, come cucitura originale di post che, nel libro, divengono prima paragrafi e poi capitoli.

La sequenza dei contenuti, nei capitoli del libro, è coerente alla classifica di apprezzamento dei lettori della rete nelle statistiche delle pagine viste e degli utenti di Themadjack, quindi Blog Notes è un libro costruito anche dai lettori, una specie di collage nel quale la disposizione delle tessere non è per nulla casuale ma ha avuto origine da un movimento collettivo.

Un aspetto centrale nella diffusione di Internet è certamente dato dalle possibilità di partecipazione, in molti casi forme di iterazione creativa e modalità di connessione intellettuale che possono spingere più rapidamente le persone a esplorare il nuovo e l’adiacente possibile.

Mescolando gli elementi della contemporaneità con le esperienze del passato, è forse possibile contribuire, grazie anche ai loro riflessi, allo sviluppo di un modo nuovo di intendere e sentire.

Un racconto vivente della nostra epoca che contiene anche un messaggio di speranza: nonostante le difficoltà e le ansie è sempre bene assecondare il desiderio, puntando, come dimostra la raccolta di storie esemplari, costantemente alla ricerca di esperienze innovative.

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Pasquale Bottone. Non rompete i castelli di sabbia

Uscite dalla caverna e andate per il mondo si potrebbe scrivere, parafrasando Hans Blumenberg, dopo aver terminato di leggere il libro di Paco Bottone. (Tornato alla pubblicazione dopo il fortunato esordio con “Disoccupati disorganizzati senza sussidio”).

Ma ciò che abbiamo trovato fuori dalla caverna non è una nuova “paideiutica”, un innovativo modello educativo, piuttosto l’inizio di una drammatica escalation dell’assurdo, come entrare vivendo in una fitta e dinamica sequenza di scale di Escher accompagnati dalle note di una composizione di Stockhausen.

Il contesto nel quale si immergono i due istruttori di Sirtaki e il panorama che noi lettori conseguentemente attraversiamo è un angosciante quadro postmoderno nel quale senso e contro senso si accavallano, eludendosi a vicenda, schernendosi e prendendo talvolta l’uno gioco dellʼaltro, oppure lʼuno le fattezze dell’altro, come in un congresso internazionale di vampiri, quadro in cui non esistono più le dimensioni del tempo e dello spazio a noi note ma si rappresenta un torrenziale turbinio di eventi il più delle volte inconoscibile e dall’avanzare imprevedibile e stocastico.

La casualità è il motore primario del racconto e i due protagonisti vengono trascinati nel loro percorso insensato da un’energia sconosciuta che trasfigura i personaggi e le scene, come un frullato dentro una sorta di mytube, e poi, dʼun tratto, una potenza misurabile in tera byte sconvolge la scansione stessa delle sequenze sovrapponendo contenuti che parlano di cucina, ad altri che descrivono la cura delle galline e ad altri ancora che narrano avventurosi viaggi alla ricerca del sacro Graal.

In fondo, i protagonisti, nelle loro iniziali fattezze, apparentemente composte, non sembravano diversi da un normale Candide Volteriano, prevalendo nellʼanticipo del viaggio un ottuso ottimismo di partenza, e nemmeno dai due Floubertiani Bouvard e Pechucet, che ritiratosi in campagna esplodono di stupore davanti alle primizie dell’orto, ma non appena parte il racconto l’ottimismo e lo stupore di Villoso e Guardaspada diventano attonita contemplazione della liquidità del contesto e in questo mash-up liquido e vischioso le loro distinte individualità invece di rafforzarsi si perdono, affogano nella contemplazione e nellʼaccettazione stupita del proprio reciproco ineluttabile inabissarsi.

Il libro di Paco Bottone è una metafora dellʼassurdo ma trasfigurando la realtà la incide vivisezionandola, andando a toccare i nervi scoperti della banalità delquotidiano e del vivere consumistico e sconsiderato della gente di oggi.

Sotto pelle e sotto traccia, dietro le peripezie dei due protagonisti possiamo cogliere lʼafrore scomposto di comitive raccogliticce lanciate in gruppo verso mete improbabili propagandate da agenzie di viaggi, la nostalgia dello spaghetto sui moli di San Francisco, la stolida arroganza del padroncino italiota di fronte alla povertà africana, la squallida ricerca del souvenir sempre e comunque made in china, le foto con il telefonino da caricare sul pc, la fuga da alberghi inesistenti prenotati a due euro sulla carta e via dicendo.

Non è comunque un libro facile perché in esso come nella vita attuale tutto viene sconvolto, la trama, il senso, il valore delle cose, lʼetica e lʼestetica e da ultimo il linguaggio. Anche il linguaggio si adegua alla corrente anzi è la corrente stessa e talvolta capita, incoscientemente spinti dalla ragione alla ricerca di senso, di imbattersi in repentine anse e cambiamenti di rotta, avvolgenti e capovolgenti, altre volte invece ci si perde come nel labirinto e si finisce in un corridoio cieco e allora si torna indietro, altre volte ancora si procede lasciando dietro rottami, pezzi disarticolati di discorso, frasi, parole.

Un linguaggio nomade, errabondo, liquido apparentemente insensato ma conforme alle moderne forme di vita e di esperienza.

Eʼ vero allora che la caverna, il castello di sabbia della stanzialità, è meglio del mondo e non bisogna distruggerlo, perché nella caverna le ombre della fiction sono rassicuranti e convincono noi stessi che lʼassurdo sia altrove, non oramai profondamente radicato nella nostra vita, nelle nostre coscienze e persino nella nostra lingua.

Come un fisico fallito e uno psichiatra pentito sono andati alla ricerca della formula scientifica dell’innovazione e della creatività e non l’hanno trovata, ma hanno scoperto qualcosa di molto più utile e sorprendente divertendosi un sacco. Alessandro Garofalo e Matteo Rampin

 

Il fatto che Alessandro Garofalo, uno dei maggiori esperti italiani di innovazione e creatività applicate ai prodotti, abbia scritto questo libro con l’ ausilio del suo amico psicanalista Matteo Rampin la dice lunga sul personaggio.

Comunque questo libretto dal titolo lunghissimo è molto prezioso perché profondamente onesto dal punto di vista intellettuale, virtù oggi sempre più rara. Meravigliosi i consigli per l’utente.

Primo evitare i guru.

Secondo verificare l’esperienza degli esperti.

Terzo il calzolaio si occupi di calzature; ovvero non impicciarsi di cose che non si conoscono.

Questo sì che vuol dire andare controcorrente, perché oggi siamo pieni di guru e guretti, persino gurette, improvvisati e con un curriculum modesto che pontificano su quello e su questo.

Il libro poi lentamente e con forza assume la dimensione di un utile manuale di orientamento nel mondo della consulenza innovativa per clienti e consulenti. Un manuale sintetico e ricco di tecniche e casi specifici.

Complimenti, non è facile scrivere in maniera semplice e informale di questioni complesse senza correre il rischio di cadere nella banalità.

Il libro si legge senza fatica e ti porta spesso a rivedere i punti chiave per imprimerli bene nella mente.

Bardolino, Rovereto, Venezia, treni, motoscafi, bettole e altri ritrovi di fortuna sono stati utili luoghi di riflessione e hanno anche portato fortuna.

Webland Le migliori recensioni

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Piero Gaffuri. Webland dalla televisione alla metarealtà.


Web Land racconta in modo chiaro e coinvolgente quanto sta avvenendo nel mondo dell’industria culturale e della televisione a seguito del crescente interesse del pubblico verso i contenuti video su internet. YouTube e Facebook, oltre a catalizzare sempre più utenti, stanno cambiando radicalmente le modalità di fruizione, inaugurando nuovi scenari di consumo e di relazione sociale.

La televisione pubblica italiana è riuscita, attraverso il portale rai.tv, a incontrare il gradimento degli utenti della rete, aspetto significativo di quanto sia importante, anche nel nostro paese, una maggiore attenzione per le nuove tecnologie, un rapporto nuovo con il pubblico e la diffusione della banda larga.

In queste pagine vengono affrontati i temi della trasformazione linguistica, la produzione di contenuti generati dagli utenti e la problematica dei diritti d’autore, il cui fondamento è messo in discussione dai mutamenti indotti dai nuovi mezzi di diffusione.

Le innovazioni della rete e la spinta dei social media rappresentano la grande opportunità di un modo nuovo per diffondere cultura e partecipazione.

La geo-localizzazione delle notizie e dei contenuti apre uno scenario nel quale pubblico e territorio potranno partecipare alla ricostruzione della realtà attraverso la pubblicazione di propri contributi ed esperienze, plasmando nuove forme di socialità e attivando sistemi innovativi di partecipazione”  dalla quarta di copertina.

Lupetti editore